Come sta andando la guerra

Guerra in Ucraina 20° giorno

15/03/2022

Come sta andando la guerra

Volendo fare un bilancio di come sta andando la tragica e terribile partita in Ucraina ad oggi, si deve prima di tutto definire  chi sono i contendenti.
In primo luogo ci sono Russia e Ucraina. La Federazione Russa appoggiata in modo molto esposto militarmente dalla Bielorussia e dalla Cecenia (che fa parte della Federazione).
L’Ucraina ha dalla sua l’Unione Europea, la NATO e altri paesi occidentali non UE. L’appoggio consiste nell’applicazione di sanzioni alla Russia, nel sostegno e ospitalità ai profughi ucraini, nell’invio di materiali in Ucraina. Non nell’impiego di militari.
La bilancia del conflitto, almeno ad uno sguardo macroscopico e guardando al territorio invaso, sembra pendere a favore dei russi.
L’infiltrazione nel territorio ucraino progredisce e la morsa attorno a Kiev diventa sempre più stretta.
Il prezzo che però sta pagando Putin sembra essere elevatissimo in termini di vite e di tempo. Sono migliaia i soldati russi morti, oltre ai feriti ed ai prigionieri. Moltissimi i mezzi distrutti. I tempi dell’invasione si stanno allungando con conseguenti costi enormi da sostenere.
L’opinione pubblica russa, forse sta un po’ di più capendo cosa sta realmente succedendo e almeno parzialmente si alza la protesta.
La resistenza ucraina è forte e necessiterebbe di aiuti (militari) più concreti in quanto diventa molto difficile contrastare la soverchiante potenza militare russa sia quella terrestre e soprattutto quella aerea.

La manovra speculativa

L’occidente europeo sta subendo il contraccolpo di questa guerra in termini economici. I prezzi dell’energia volano sempre più in alto compromettendo la ripresa post-COVID.

Qui vogliamo dire che non ci sembrerebbe strano se le manovre speculative sui mercati di gas e petrolio, iniziate ben prima della guerra in Ucraina, fossero pilotate dagli oligarchi russi o comunque con una regia russa.

Pensiamo che i prezzi di gas e petrolio sono schizzati in alto, prima della guerra, senza che vi fosse calo dell’offerta, senza che nessuna fonte di approvvigionamento fosse cessata (neanche russa). Le forniture continuano ad essere regolari anche con la guerra, ma i costi continuano a salire. Questo provoca un indebolimento dell’economia europea, riduce, almeno in parte, il valore degli stanziamenti europei per la ripresa dopo COVID. Una prospettiva di Unione Europea in ripresa economica, tecnologica, culturale e di unità, per Putin può rappresentare un problema, si spiegherebbe quindi questo banditesco gioco sui mercati. Uniamolo poi all’abbattimento delle esportazioni verso l’Europa di mais, frumento e fertilizzanti dall’Ucraina e si capisce che danno viene arrecato.

Trattative e Cina

Gli incontri per trattare continuano e forse si intravedono degli spiragli, ma i bombardamenti continuano. Oggi sono arrivati missili nella città di Kiev.

Nella partita la Cina rimane ancora fuori, anche se ha molti legami (forniture di energia) con la Russia, si è dichiarata contro le sanzioni applicate anche se le rispetta.
Forse sta ancora guardando e temporeggiando per vedere fino a quando e quanto Putin tira la corda.
Perché poi, a nostro avviso, è proprio questo che Putin sta facendo. Tirare la corda, alzando la posta sperando che i contendenti “non vadano a vedere” e lascino il piatto Ucraina, per dirla con il poker.

Risultato?

Il risultato della partita ad oggi non è quindi definibile. Resta che da una guerra tutti escono perdenti.
Ad oggi Putin sta vincendo. Militarmente sull’Ucraina, perché sta occupando territorio e città, utilizzando in modo sproporzionato e disumano le armi, ma pagando un prezzo altissimo e non riuscendo ad ottenere i risultati che vorrebbe. Sull’Europa perché ci sta tenendo sotto scacco, le nostre sanzioni, che danneggiano tantissimo la Russia, però ricadono anche su di noi, i rubinetti di gas e petrolio russo sono pronti per essere chiusi e quindi una minaccia enorme sulla nostra testa.
L’Unione Europea deve essere coesa, unita nelle decisioni e nelle azioni. Lo sta facendo nei confronti degli aiuti e soccorso ai profughi. Così deve essere. Ad un certo punto, si dovrà decidere anche su qualche azione militare, la “no fly zone”, valutando bene i pericoli che ne deriveranno compreso quello nucleare che deve comunque essere scongiurato. Su questo tema del nostro coinvolgimento militare attivo, noi possiamo solo dire delle impressioni, delle opinione, ma dobbiamo lasciare agli esperti dei nostri governi le analisi e le decisioni.
Vogliamo invece dire che chi aggredisce, chi spara sui civili e sulle abitazioni, chi assedia e affama, chi non esita a spegnere vite da entrambe le parti, alla fine perde.

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