Considerazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina

Guerra Russia Ucraina - considerazioni

10/03/2022

Siamo al 15° giorno di guerra in Ucraina, le forze armate russe continuano ad avanzare e a cercare di stringere in una morsa la capitale ucraina Kiev.
Dai notiziari e dalla rete apprendiamo che la centrale nucleare di Zaporizhzhia (che era stata bombardata) è in mano ai russi. Bombardamenti anche alla periferia di Kiev.

Proviamo ad analizzare la situazione.

La guerra lampo di Putin. Questo tema era stato espresso all’inizio del conflitto da fonti occidentali che sostenevano che i russi avrebbero inteso chiudere la partita in 3-4 giorni e ovviamente questo piano sarebbe fallito.
Riteniamo, anche se da non esperti di strategia militare, che tale ipotesi era non molto plausibile. Sarebbe stato comunque un tempo troppo breve e si sarebbe attuato solo a fronte di una resa immediata del governo e di tutte le forze armate ucraine.
L’idea che ci siamo fatti è che nelle intenzioni di Putin ci sia sì la guerra lampo, ma nei termini di un mese.
Se militarmente le cose, dalla parte russa, progrediranno come fino ad oggi, arriveranno anche a conquistare le città più importanti e a stringere d’assedio Kiev, ma si impantaneranno a causa di una cruenta e forte resistenza ucraina con guerriglia urbana e periferica, sabotaggi che non permetterà la reale conquista totale e la fine delle ostilità.

Le parti in campo

In questa guerra non ci sono solo le due parti contrapposte: Russia ed Ucraina. Ma gli attori in campo sono molti di più.

La Russia ha dalla sua la Bielorussia, confinante con il nord Ucraina, che fa transitare le truppe russe che entrano in Ucraina, mette a disposizione le sue basi per le incursioni russe e per l’invasione (ad oggi non c’è conferma che la Bielorussia impieghi anche propri soldati in territorio ucraino).

A sostegno dell’Ucraina ci sono tutti i paesi della NATO, ma praticamente tutto il mondo occidentale, anche la Svizzera sì è schierata nel sostegno del paese invaso e nella condanna della Russia.

Quali sono le armi di Putin?

Non parliamo delle armi vere e proprie, nelle quali certamente la Russia ha la supremazia. Certamente sono superiori in quantità, ma anche in potenza di fuoco. Abbiamo visto il dispiegamento di forze nell’invasione. Non parliamo nemmeno delle armi nucleari, il cui impiego è stato ventilato, buttato lì, come messaggio all’occidente tanto per dire: “Non dimenticate che c’è anche questo, se proprio mi costringete”.

Putin fornisce all’Europa il 45% del gas utilizzato (noi in Italia importiamo il 38,2% del fabbisogno di gas) e circa il 30% del greggio. A questo aggiungiamo grano e mais.
Tutto questo si traduce in un efficacissimo deterrente per le eventuali reazioni dell’Europa. Se la Russia chiude i rubinetti qui ci troviamo in un mare di guai. Vediamo già gli aumenti delle bollette che si aggiungono a quelli già avvenuti prima della guerra in Ucraina (*). La dipendenza energetica dalla Russia è di fatto, in questa situazione, un’arma. Inoltre le forniture all’Europa, che continuano per ora ad esserci, sono un fiume di denaro che entra nelle casse russe.

Il terrore. Bombardamenti sulle città, sugli edifici civili causano, oltre al danno materiale, la disperazione, il desiderio di fuga, ancora di più se ci sono vittime. Questo porta all’abbandono delle città da parte della popolazione civile, per altro caldeggiato dai russi. Ciò favorisce l’avanzata e permette di colpire con meno scrupoli qualsiasi obbiettivo. Vengono a tal fine proposti corridoi umanitari. Da parte ucraina si chiede di lasciare che la popolazione raggiunga le frontiere verso ovest, Polonia, Moldavia, Romania, che sono nella sfera UE, i russi creano corridoi verso la Russia e qui non si sa che destino spetta a quei profughi. Prigionieri? Eliminazione? Anche questa è un’arma. Ed è un’arma anche l’esodo di milioni di persone.

Oscuramento mediatico. Le notizie in Russia vengono filtrate e censurate. La popolazione russa non viene informata in modo reale su quanto accade. Questo evita la contestazione interna e le richieste di massa sulla cessazione del conflitto.

Quali sono le armi dell’occidente?

Le sanzioni economiche. Stiamo vedendo un inasprirsi delle sanzioni verso la Russia. Blocco del commercio, blocco delle banche, blocco dello swift (non per tutte le banche, quelle per i pagamenti di gas e greggio restano attivi). Ritiro di attività commerciali americane ed europee dalla Russia. Ne consegue un indebolimento economico generale che va a pesare anche sulla popolazione. Si sta già arrivando a dichiarare il “default”.

Sostegno politico internazionale all’Ucraina. Questo permette di ottenere un isolamento e la condanna dell’azione russa.

Sostegno ai profughi ucraini.

Fornitura di sistemi d’arma alle forze ucraine da America ed Europa (missili antiaerei e anticarro) e materiale militare non letale.

Attacchi cibernetici ai sistemi di comunicazione inserendo video e notizie che informino la popolazione russa di cosa succede in Ucraina, attacchi ai sistemi informatici dell’apparato pubblico e militare russo e di banche e industrie russe e bielorusse.

Ad oggi siamo messi così. Allora quello che ci chiediamo è: di fronte ad una “economia di guerra” sia in Russia che in Europa, dovuta al crollo dell’economia da una parte e a quello energetico dall’altra, chi sarebbe messo peggio?

La Russia con il rublo che non vale più nulla, senza Coca Cola, senza Ferrari, senza Dior, senza Ikea, ma con il proprio petrolio e gas, il proprio grano e mais o l’Europa senza la maggior parte del gas e una buona parte di petrolio, con i costi dell’energia e quindi del resto, alle stelle, tanto da impedire una vita normale? Niente riscaldamento, razionamento di alcuni beni primari, perdita del potere d’acquisto.

Non ci si può certo adagiare nell’attesa che questo accada.

Cosa fare

Intanto prepararsi al peggio, ma non arrivando al peggio. Rafforzare militarmente i paesi europei confinanti a est con l’Ucraina, portando truppe della NATO, sistemi missilistici, aviazione e marina (mar Nero – Romania e Turchia). Esercitazioni Nato (dimostrative) in grande stile ai confini con l’Ucraina. Voli e colonne NATO di rifornimenti umanitari e non in territorio ucraino, su richiesta ucraina, così da affermare la territorialità. Questo costringerebbe i russi ad assistere al sostegno europeo all’Ucraina. O oserebbero attaccare loro la NATO?

Armare l’Ucraina.

La tanto richiesta (dall’Ucraina) “no fly zone”, è effettivamente da valutare con molta cautela. Significherebbe un diretto coinvolgimento della NATO contro la Russia nei cieli dell’Ucraina. Però Putin sta giorno per giorno aumentando la posta. Da una parte dice che vuole arrivare ad un accordo, dall’altra bombarda senza tregua e prosegue con l’invasione e continua a parlare di ”azione di polizia”, negando l’invasione, quindi, di fatto, non riconoscendo la territorialità ucraina. Da come si sono messe le cose ad oggi non pensiamo che Putin possa semplicemente mollare. Certo è ipotizzabile che voglia spingere ad una escalation del conflitto e cercare quindi una scusa per accusare altri delle sue (re)azioni, ma non si può nemmeno aspettare l’annientamento dell’Ucraina.

Attacchi cibernetici (hacker) come detto sopra a proposito delle armi dell’occidente, sia da parte di “Anonymous”, sia dai servizi cibernetici dei paesi NATO.

Bisogna correre per liberarci dalla dipendenza energetica russa, stando attenti a non infilarsi in dipendenze da altri paesi “problematici”. Bisogna incentivare la produzione di energia rinnovabile sia su larga scala (centrali eoliche, idroelettriche, solari, celle a idrogeno), sia nel privato togliendo balzelli e burocrazia sulle installazioni. Ad esempio, nel super bonus 110%, i lavori per l’installazione di sistemi di produzione di energia sostenibile, dovrebbero essere messi come “trainanti” e non come “trainati”.

E poi bisognerebbe bloccare le azioni speculative dei mercati, dove i rialzi delle materie prime non dipendono dalla effettiva diminuzione delle forniture. Teniamo presente che nonostante la guerra, ad oggi, non è calata la fornitura di gas e greggio dalla Russia. Gli aumenti sono dovuti solo alla speculazione sui mercati (queste azioni sono pari ad azioni di guerra e i responsabili dovrebbero essere perseguiti al pari di chi compie atrocità.

Continuare in modo martellante l’opera diplomatica per trovare una soluzione.

Far in modo che la Cina si mantenga neutrale o agisca diplomaticamente in favore della fine della guerra appoggiando l’Ucraina.

2 commenti su “Considerazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina”

  1. A Putin il nobel per l’umanità dimostrata verso il popolo ucraino. A Putin un premio speciale per avere raso al suolo un intera nazione senza lanciare nemmeno una bomba (quelle lanciate sono tutte ucraine).A Putin terzo premio per la sincera verità delle ragioni dell’operazione speciale in ucraina (una nazione con il più grande arsenale atomico ,temeva di essere minacciata dal paese vicino che non possiede nemmeno una bomba nucleare). Bravo Putin!!!!!!!!!!! Continua così .Avrai ancora tante soddisfazioni dalla vita. Paolo Firenze Italia.

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